Friday, February 01, 2008

Cloverfield: filmati della catastrofe

Qualche giorno fa ho avuto l'occasione di vedere Cloverfield di Matt Reeves.
La prima cosa che colpisce di questo film è che non si presenta come un film. Verrebbe da dire che non è nemmeno un film! Inizia infatti come se un funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti avesse infilato una videocassetta ritrovata sul luogo di una "particolare" catastrofe. In altre parole, in qualunque altro film si tratterebbe di un oggetto di passaggio che magari viene mostrato per pochi minuti prima di tornare al film vero e proprio. Qui non si limita a far parte del racconto, ma è il racconto stesso. Un elemento solitamente narrativo diventa così l'unico narratore della storia.

L'idea di base è certamente molto interessante, fortemente ispirata alla scena contemporanea, ormai sempre più caratterizzata dalla diffusione di video amatoriali che documentano gli episodi più tragici e allo stesso tempo più spettacolari della storia del nostro pianeta. Sono gli anni in cui qualunque individuo ha la possibilità di girare il proprio video e condividerlo con migliaia di persone. Sono gli anni in cui le immagini di disatri naturali o di attentati terroristici possono essere visti a distanza di migliaia di km sulla Rete. Ormai sono sempre di meno le persone che non hanno mai utilizzato una videocamera. Per questo mi sembra di vedere tratti di genialità nell'idea che sta alla base del film di Reeves: trasformare un film catastrofico in un vero e proprio reportage... che, nonostante l'intenzione di farlo sembrare un lungo filmato amatoriale, si tratta comunque di un film ha ben poco di amatoriale e molto di cinematografico.

Come dicevo infatti, una prima impressione che si può avere vedendo Cloverfield è che si tratti di qualcosa che non sia propriamente un film, ma soffermandosi più attentamente su alcui passaggi della visione e andando oltre i movimenti convulsi e volutamente dilettanteschi, ci si potrà accorgere della cura con cui è stato scritto e costruito.

Una delle prime differenze che si nota è senz'altro nella qualità narrativa delle sequenze. la tensione narrativa è tenuta sempre molto viva. Non c'è un istante in cui cali. Anche i passaggi "morti" riescono a mantenere una forte carica comunicativa. Molto spesso nei filmati amatoriali più lunghi capita di vedere ampie sequenze in cui l'operatore si è soffermato su situazioni che non aggiungono nulla alla narrazione. La videocamera di Hud non perde mai il contatto con il centro dell'azione... spesso arriva un attimo dopo che un evento è accaduto ma riesce sempre a comunicare la situazione, le reazioni e le emozioni dei protagonisti. Qualcuno potrebbe obiettare che è inverosimile che mantenga la camera accesa anche nei momenti più estremi, ma si tratta di un espediente narrativo senza il quale il film non avrebbe avuto luogo.

Un altro elemento da rilevare è certamente la cura che è stata dedicata ai personaggi. Solitamente in un film dove il protagonista centrale è la catastrofe, i personaggi finiscono per fare da sfondo, senza venir caratterizzati in modo ben definito.

In questo film sono due gli espedienti utilizzati da regista e sceneggiatori per lasciare che anche i personaggi godessero dello spazio necessario per apparire ben delineati: la festa all'inizio del film e gli spezzoni del filmato impresso nella cassetta su cui Hud sta registrando. La festa è sicuramente il momento più importante da questo punto di vista, perchè gran parte della caratterizzazione dei personaggi viene mostrata e costruita qui. La festa iniziale rappresenta così l'occasione per il regista di mostrare le dinamiche fondamentali che legano i protagonisti. Dopo, una volta immersi nella tragedia i momenti saranno sempre più sporadici.

Il secondo espediente utilizzato da Reeves è quello degli spezzoni di filmato che in alcuni punti interrompono la ripresa di Hud. Si tratta di immagini che contrastano in modo fortissimo con quelle che mostrano Manhattan venire distrutta. Grazie ad esse, il regista ha la possibilità di dare rilievo al rapporto che c'è tra i due personaggi principali e di cui pochi altri personaggi del film sono a conoscenza. Addirittura il film comincia con una sequenza di questo filmato, per concludersi con il doppio saluto degli stessi protagonisti: prima sotto le macerie del ponte di Central Park, poi in un parco divertimenti a conclusione di "una bella giornata".

Credo sarà difficile creare un filone da questo Cloverfield, proprio per la sua peculiare scelta stilistica, che già metterà a dura prova la resistenza di molti. Si tratta comunque di una pellicola molto valida e girata con una grande attenzione cinematografica. Di sicuro è molto più di quello che sembra.



2 comments:

Anonymous said...

Parto dalla fine: "è più di quello che sembra". Ammesso e non concesso che le cose stiano realmente così, non credo che il regista abbia lavorato alla pellicola ignorando che la stragrande maggioranza di coloro i quali avrebbero visto il suo lavoro ultimato non sarebbero stati in grado di andare oltre l'apparenza. Le 25 persone uscite prima della fine dello spettacolo dalla mia sala [me compreso] potrebbero essere un sintomo da non sottovalutare. Anche se personalmente attribuisco il raro fenomeno al mal di mare più che al mancato apprezzamento del tema trattato dal film. Ma veniamo giust'appunto al tema: mostrone gigante [probabilmente imparentato con Godzilla] che attacca la città devastata per antonomasia, New York. Da dove viene? Chi lo sa. Che fine farà lui e il pianeta? Idem. Ma è anche vero che non sono due domande fondamentali per poter vedere il film. Arriviamo alla tecnica perchè devo andare a prendere mio fratello a calcio: filosofia di youtube imperante. Geniale? Mah.. mi riservo di dubitarne. Mi sento solo di consigliare a chi non l'abbia ancora visto di tenersi leggeri: il rischio mal di mare è statisticamente confermato!

Joanna said...

Che descrizione dettagliata Paolo! Bravo hai un futuro da "Critico", hai tirato il meglio di questo film,come nella vita quando dai giudizi sulle persone, sempre positivi! Vabbè te lo dico in ogni occasione che sei troppo buono e anche questa volta ci stà tutto! Ti ringrazio ancora 1 volta per avermi invitato all'anteprima, anche se come film non era il mio genere ho gradito l'invito, ovviamente io e davide l'abbiamo consigliato a persone precise e hanno gradito molto questo film!!